Moiazza - Cascata delle Nevere

Moiazza - Cascata delle Nevere

In Dicembre oramai quasi ogni anno la storia si ripete: poca neve e tanta voglia di scialpinismo. Purtroppo le previsioni danno sole pieno almeno per 15 giorni e di neve nemmeno l’ombra, certo potrei andare su e giù come un criceto per la Marmolada ma è un'attività che non mi stimola più come qualche tempo fa.

Messaggio con Gianni su Whatsapp e tra un'immagine compromettente e l’altra ogni tanto scriviamo anche di montagna, anche lui ha voglia di fare un giretto ma soprattutto, come me, non ha voglia di confusione.

Ci accordiamo per fare un’escursione, non sappiamo dove, ma sarà sicuramente lontano dalle rotte abituali, un posto fuori moda.

Ci troviamo alle 7 ad Agordo e, tra una brioche e un cappuccino, ci viene voglia di andare a fare il Viaz dei Cengioni al San Sebastiano, un meraviglioso viaz che taglia il monte regalando panorami spettacolari su Pelmo, Moiazza, Pale di san Lucano e  Agner.

Abbiamo però anche voglia di rispolverare le picche e ramponi che dall’anno scorso non usiamo. Siamo molto indecisi!


Non abbiamo nessuna intenzione di andare a Colfosco per fare le solite cascate ammassati con gli altri ghiacciatori, ci piace molto di più l’idea di infilarci in val Corpassa per vedere se c’è qualcosa di formato e in caso spicozzare un pochino. Ci dirigiamo quindi in val Corpassa mantenendo il viaz dei Cengioni come piano B.

Passiamo con l’auto sotto alla cascata delle Nevere che ci sembra fattibile anche se non ancora perfettamente formata,
specie nella parte alta. Proseguiamo verso capanna Trieste e da li a piedi andiamo a controllare gli altri flussi che si riveleranno essere tutt’altro che ghiacciati. Di nuovo in auto e giù verso la cascata delle Nevere, fortunatamente al mattino ci siamo trovati di buon ora!

In una ventina di minuti siamo all’attacco e partiamo alla volta di questa simpatica colata ancora in via di formazione ma salibile con un buon margine di sicurezza. Sia io che Gianni l’avevamo percorsa un po di anni fa e ci ricordiamo che dopo il primo tiro, tra un facile risalto e l’altro, ci sono delle pozze d’acqua che dovrebbero essere ghiacciate. Neanche a dirlo riesco a saltar fuori dal ghiaccio mentre sprofonda sotto i miei piedi, Gianni nel frattempo ride come stesse guardando un film comico.

 



Saliamo un po di facili lunghezze fino ad un ripiano, da li bisognerebbe procedere camminando agevolmente sul torrente ghiacciato fino a raggiungere la seconda parte della cascata che però dalla precedente osservazione sappiamo non essere ben formata. Decidiamo quindi di fare qualche doppia, scendere e andare a casa a mangiarci un bel piatto di pasta.


Un ottimo mugo ci consente di effettuare la prima calata, la seconda invece è attrezzata con due chiodi che abbiamo collegato lasciando un cordino blu. L'ultima, la terza, è su un chiodo e uno spit con maglia rapida.

La cascata delle Nevere è una cascata di bassa difficoltà ma molto didattica dato che le soste sono quasi tutte da attrezzare su ghiaccio, mughi o vecchi chiodi da collegare e rinforzare opportunamente. L’ambiente selvaggio, la vista costante di torre Venezia e la sua lunghezza complessiva la rendono sicuramente una cascata degna di esser salita anche dai più esperti.

 



Esiste la possibilità, una volta terminata la cascata, di salire ulteriormente senza difficoltà fra la vegetazione fino ad incrociare il sentiero numero 554 che attraversa sotto la cima dei Tre fino a congiungersi al sentiero numero 555 che sale verso il rifugio Vazzoler e, da li, scendere quindi verso capanna Trieste. La prima volta che salii la cascata delle Nevere optai per questa soluzione realizzando un meraviglioso percorso ad anello sicuramente lungo ma proprio per questo completo e molto remunerativo specialmente dal punto di vista paesaggistico.

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